In Giappone, nessuno urla parolacce. Invece, ti guardano con calma e dicono: “Aho.” E tu… inizi a mettere in discussione tutta la tua esistenza. 😂
Alcuni giapponesi possono insultarti in modo così garbato che finisci per ringraziarli. Altre volte, semplicemente dicono “sou desu ka…” e in qualche modo, ti senti come se fossi stato silenziosamente bandito dall’umanità. 😂
Se sei pronto a imparare la lingua della rabbia silenziosa – con pronunce – inclina gentilmente il capo… e leggi oltre. 😂

La Lingua della Rabbia Silenziosa
La lingua giapponese è rinomata in tutto il mondo per il suo raffinamento, la sua cortesia e i suoi intricati livelli di linguaggio onorifico. Per un principiante, la prima sorpresa non è una parolaccia, ma il numero di modi per dire “ciao”, a seconda di chi stai parlando, del loro stato sociale e persino dell’ora del giorno.
Mentre le parolacce in inglese, spagnolo, tedesco o russo tendono a essere dirette, forti e a volte teatrali, in giapponese, gli insulti spesso arrivano in sussurri—confezionati con cura, e frequentemente tramite l’omissione intenzionale di una forma cortese. La rabbia non esplode—filtra fuori. Sottilmente. Freddamente. Con precisione.
Per qualcuno abituato a lingue più dirette o espressive, questo può sembrare stranamente contenuto. Dove altre lingue potrebbero sfoggiare frasi chiaramente oscene o aggressive, il giapponese spesso si basa su una sola parola, un cambio di tono o l’assenza dell’attesa cortesia per segnalare: qualcuno è stato seriamente offeso.
Ed è esattamente ciò che lo rende così affascinante: le parolacce giapponesi traggono potenza non dal volume, ma dalle sfumature.

La Struttura della Lingua Giapponese e i Suoi Livelli di Cortesia
Per capire come un giapponese impreca, devi prima capire come parlano quando sono in pace interiore completa. Spoiler: più cortesemente di quanto tu parli con tua madre quando chiedi soldi. 😄
La lingua giapponese utilizza diversi livelli di cortesia a seconda di chi parla a chi, del loro stato sociale, dell’età e della natura della loro relazione. Lo stile di discorso più formale (keigo) è usato in situazioni ufficiali o quando ci si rivolge a qualcuno di grado superiore, mentre gli stili casuali (futsū) o diretti (tameguchi) sono più comuni tra amici o pari.

Ecco il punto chiave: l’insulto spesso sta non in ciò che viene detto, ma in come viene detto. Se qualcuno non riesce a usare forme rispettose in un contesto in cui ci si aspetta, non è solo considerato maleducato—può essere un atto linguistico d’aggressione. Un semplice “tu” o un comando eccessivamente diretto può facilmente essere percepito come una condiscendenza deliberata.
Quindi imprecare in giapponese non sempre implica un linguaggio volgare. A volte, l’assenza di rispetto è l’insulto stesso. E questo può ferire molto più profondamente di qualunque parola sporca e rumorosa.
Parolacce in Giapponese – Il Lato Non Così Gentile della Lingua
お前の母ちゃんでべそ
(o.ma.e no kaː.tɕaɴ de.be.so)
Foneticamente: omae no cacciàn debesò
Significato: Tua madre ha l'ombelico sporgente.
Descrizione: Un'espressione infantile ma offensiva in giapponese usata per prendere in giro la madre di qualcuno dicendo che ha l'ombelico sporgente. Anche se non è estremamente volgare, è considerata scortese e irrispettosa, soprattutto tra bambini o in discussioni informali.
Livello di volgarità: Lieve - Espressione quotidiana comune
Tipo:
- Insulto personale
- Gergo
Frase di esempio: お前の母ちゃんでべそなんだって! (Dicono che tua madre ha l'ombelico sporgente!)
Paesi in cui è usato: Giappone
くそったれ
(kɯ̟ᵝ.so̞t.ta.ɾe̞)
Foneticamente: cusottaré
Significato: pezzo di merda
Descrizione: Un insulto giapponese volgare che combina 'kuso' (merda) con un suffisso spregiativo. Si usa per offendere pesantemente il carattere di qualcuno, spesso insinuando che sia inutile o spregevole.
Livello di volgarità: Estremo - Linguaggio altamente offensivo o osceno
Tipo:
- Insulto personale
- Linguaggio blasfemo
- Parolaccia sulle funzioni corporee
Frase di esempio: このくそったれ、どけよ! (Levati dai coglioni, pezzo di merda!)
Paesi in cui è usato: Giappone
あばずれ
(/a.ba.zu.ɾe/)
Foneticamente: abazuré
Significato: troia
Descrizione: Un termine dispregiativo usato per insultare una donna, insinuando promiscuità o scarsa moralità. È considerato offensivo e degradante, spesso usato per umiliare qualcuno in base al comportamento sessuale percepito.
Livello di volgarità: Estremo - Linguaggio altamente offensivo o osceno
Tipo:
- Insulto personale
- Parolaccia oscena e sessuale
- Linguaggio blasfemo
Frase di esempio: あんなあばずれと関わるな! (Non avere niente a che fare con quella troia!)
Paesi in cui è usato: Giappone
お釜
(/o.ka.ma/)
Foneticamente: okama
Significato: frocio
Descrizione: Un termine gergale giapponese spregiativo che originariamente significa 'pentola' o 'calderone', ora usato comunemente per insultare qualcuno insinuando che sia effeminato o omosessuale, spesso con un tono beffardo o ostile.
Livello di volgarità: Moderato - Parolacce di livello medio
Tipo:
- Insulto personale
- Insulto razziale/etnico
- Gergo
Frase di esempio: あいつ、完全にお釜っぽいよな。 (Quel tizio è proprio un frocio, no?)
Paesi in cui è usato: Giappone
お鍋
(/o.na.be/)
Foneticamente: onabè
Significato: trans
Descrizione: Un termine dispregiativo dello slang giapponese che originariamente significava 'pentola', usato per insultare qualcuno insinuando che sia una donna trans o un uomo gay effeminato, spesso con tono beffardo o ostile.
Livello di volgarità: Moderato - Parolacce di livello medio
Tipo:
- Insulto personale
- Insulto razziale/etnico
- Gergo
Frase di esempio: お鍋みたいな女だな。 (’Sta stronza è proprio un trans del cazzo, no?)
Paesi in cui è usato: Giappone
きさま
(ki.sa.ma)
Foneticamente: chissamà
Significato: tu, stronzo!
Descrizione: Un modo arcaico e altamente irrispettoso di dire 'tu' in giapponese. 'Kisama' era un tempo un termine cortese, ma oggi viene usato per esprimere disprezzo o rabbia profonda. È spesso presente in anime, drammi sui samurai o confronti aggressivi. Pur non essendo osceno in senso sessuale, è un attacco verbale diretto e offensivo nell’uso moderno.
Livello di volgarità: Forte - Parolaccia o insulto grave
Tipo:
- Insulto personale
- Gergo
Frase di esempio: きさま、よくもそんなことを! (Bastardo, come hai osato fare una cosa del genere!)
Paesi in cui è usato: Giappone
くそくらえ
(kɯ̟ᵝso̞ kɯ̟ᵝɾa.e̞)
Foneticamente: kusokuraè
Significato: mangia merda!
Descrizione: Un’espressione giapponese molto rude e aggressiva, usata per mostrare forte disprezzo o rabbia verso qualcuno. Significa letteralmente 'mangia merda' ed è equivalente a 'vai a fanculo' in inglese. È considerata altamente volgare e provocatoria.
Livello di volgarità: Estremo - Linguaggio altamente offensivo o osceno
Tipo:
- Insulto personale
- Parolaccia sulle funzioni corporee
- Minaccia ed espressione violenta
Frase di esempio: そんなこと言うなら、くそくらえ! (Se dici una cosa del genere, mangia merda!)
Paesi in cui è usato: Giappone
くそババア
(/kɯ̟ᵝ.so̞ ba.baː/)
Foneticamente: cuso babà
Significato: vecchia stronza
Descrizione: Un insulto giapponese molto offensivo che combina 'kuso' (merda/fottuta) con 'babā' (modo estremamente offensivo per dire 'vecchia'). Usato per esprimere forte rabbia o disprezzo verso una donna anziana, spesso con sfumature aggressive o misogine.
Livello di volgarità: Estremo - Linguaggio altamente offensivo o osceno
Tipo:
- Insulto personale
- Linguaggio blasfemo
- Minaccia ed espressione violenta
Frase di esempio: このくそババア、口出しするな! (Quella vecchia stronza stia zitta!)
Paesi in cui è usato: Giappone
くたばれ
(kɯ̟ᵝ.ta.ba.ɾe)
Foneticamente: cutabarè
Significato: Crepa!
Descrizione: Un'espressione ostile e aggressiva usata per maledire qualcuno, che significa letteralmente 'vai a morire'. È un modo diretto e offensivo per esprimere odio o rabbia intensa, ed è considerata molto forte in giapponese.
Livello di volgarità: Estremo - Linguaggio altamente offensivo o osceno
Tipo:
- Insulto personale
- Linguaggio blasfemo
- Minaccia ed espressione violenta
Frase di esempio: うるさい!くたばれ! (Stai zitto! Crepa!)
Paesi in cui è usato: Giappone
このクソ野郎
(/ko.no ku.so ja.ɾoː/)
Foneticamente: kòno kusò iarò
Significato: Stronzo del cazzo!
Descrizione: Un insulto estremamente aggressivo che combina 'kono' (questo), 'kuso' (merda) e 'yarou' (tipo/stronzo). Usato per esprimere rabbia o disprezzo intensi, è un attacco verbale diretto per umiliare o provocare qualcuno.
Livello di volgarità: Estremo - Linguaggio altamente offensivo o osceno
Tipo:
- Insulto personale
- Linguaggio blasfemo
- Minaccia ed espressione violenta
Frase di esempio: このクソ野郎、今すぐ消えろ! (Stronzo del cazzo, sparisci subito!)
Paesi in cui è usato: Giappone
ちんぽこ
(tɕiɰ̃.po.ko)
Foneticamente: cinpòco
Significato: pisello
Descrizione: Un termine infantile o gergale in giapponese per indicare il pene, spesso usato in contesti umoristici o canzonatori. Pur non essendo la variante più volgare, è comunque considerato osceno e inappropriato in contesti formali.
Livello di volgarità: Forte - Parolaccia o insulto grave
Tipo:
- Parolaccia oscena e sessuale
- Linguaggio blasfemo
- Parolaccia sulle funzioni corporee
- Gergo
Frase di esempio: そんなこと言うなんて、ちんぽこみたいだな。 (Dire una cosa del genere ti fa sembrare un pisello.)
Paesi in cui è usato: Giappone
てめえ
(/te.meː/)
Foneticamente: temè
Significato: tu, stronzo!
Descrizione: Un modo estremamente informale e offensivo di dire 'tu' in giapponese, spesso usato per esprimere rabbia o disprezzo. Di solito è rivolto a qualcuno che il parlante disprezza o con cui è furioso.
Livello di volgarità: Moderato - Parolacce di livello medio
Tipo:
- Insulto personale
- Minaccia ed espressione violenta
- Gergo
Frase di esempio: てめえ、何やってんだよ! (Ehi stronzo, che cazzo stai facendo?!)
Paesi in cui è usato: Giappone
ふざけんな
(/ɸɯ̟ᵝ.za.keɴ.na/)
Foneticamente: fuzakenna
Significato: Non rompere i coglioni con me!
Descrizione: Un'espressione giapponese forte e informale usata per esprimere rabbia o frustrazione, simile a 'Non rompere i coglioni con me!' o 'Ma stai scherzando?!'. Usata spesso in situazioni conflittuali o emotive.
Livello di volgarità: Forte - Parolaccia o insulto grave
Tipo:
- Insulto personale
- Linguaggio blasfemo
- Minaccia ed espressione violenta
Frase di esempio: ふざけんなよ、マジで! (Non rompere i coglioni, sul serio!)
Paesi in cui è usato: Giappone
ぽこちん
(/po.ko.t͡ɕin/)
Foneticamente: pococin
Significato: cazzo
Descrizione: Un termine giapponese informale e un po’ infantile per il pene, meno forte di altri sinonimi ma comunque considerato volgare in contesti formali.
Livello di volgarità: Moderato - Parolacce di livello medio
Tipo:
- Parolaccia oscena e sessuale
- Linguaggio blasfemo
- Gergo
Frase di esempio: ぽこちん見せてって言われた。 (Mi hanno detto di mostrare il cazzo.)
Paesi in cui è usato: Giappone
やりまん
(/ja.ɾi.man/)
Foneticamente: iarimàn
Significato: troia
Descrizione: Un termine volgare dello slang giapponese usato per insultare una donna insinuando che sia molto promiscua o che vada a letto con molti. È estremamente offensivo e dispregiativo, soprattutto se usato in pubblico o in faccia alla persona.
Livello di volgarità: Estremo - Linguaggio altamente offensivo o osceno
Tipo:
- Insulto personale
- Parolaccia oscena e sessuale
- Linguaggio blasfemo
- Gergo
Frase di esempio: あいつ、ただのやりまんだよ。 (Quella lì è solo una troia.)
Paesi in cui è usato: Giappone
われめ
(/wa.ɾe.me/)
Foneticamente: uareme
Significato: figa
Descrizione: Un termine volgare o anatomico in giapponese che si riferisce all'apertura vaginale, e che significa letteralmente 'fessura' o 'spaccatura'. Anche se meno aggressivo di altri termini osceni, è comunque considerato esplicito e inappropriato in conversazioni educate o formali.
Livello di volgarità: Forte - Parolaccia o insulto grave
Tipo:
- Parolaccia oscena e sessuale
- Linguaggio blasfemo
Frase di esempio: あの写真、完全にわれめが見えてたぞ。 (In quella foto si vedeva chiaramente la figa.)
Paesi in cui è usato: Giappone
馬鹿野郎
(bäkä jäɾo̞ː)
Foneticamente: baca iarò
Significato: stronzo
Descrizione: Un insulto giapponese comune che unisce 'baka' (stupido) e 'yarō' (tipo, spesso con tono rude o sprezzante). Esprime forte fastidio o disprezzo, di solito verso qualcuno considerato scemo o irritante. È duro, ma non è l’insulto più estremo in giapponese.
Livello di volgarità: Forte - Parolaccia o insulto grave
Tipo:
- Insulto personale
- Parolaccia leggera quotidiana
- Gergo
Frase di esempio: なんてことをしたんだ、馬鹿野郎! (Che cazzo hai fatto, stronzo?)
Paesi in cui è usato: Giappone
黙れ
([da̠ma̠ɾe̞])
Foneticamente: damaré
Significato: Stai zitto!
Descrizione: 'Damare' è la forma imperativa del verbo giapponese 'damaru', che significa stare in silenzio. È un modo duro e autoritario per dire a qualcuno di stare zitto. È considerato scortese e conflittuale, spesso usato durante litigi o momenti di rabbia.
Livello di volgarità: Moderato - Parolacce di livello medio
Tipo:
- Insulto personale
- Minaccia ed espressione violenta
- Gergo
Frase di esempio: 黙れ、もう聞きたくない! (Stai zitto, non voglio più sentire!)
Paesi in cui è usato: Giappone
Parolacce in Giapponese nell’Era dei Samurai
Quando la parola sbagliata poteva letteralmente costarti la vita
Nel Giappone feudale—soprattutto durante l’era dei samurai—la lingua non era solo una questione di cortesia; era una questione di vita o di morte. L’onore (名誉, meiyo) occupava un ruolo così centrale nella società che un tono irrispettoso o una forma di indirizzo inappropriata potevano essere considerati un insulto mortale.
Prendiamo la parola famosa “kisama” (貴様). Oggi, è un insulto aspro che si traduce approssimativamente con “furfante” o “suino,” ma originariamente era un termine di indirizzo rispettoso. Col tempo, soprattutto nei contesti militari e nel discorso arrogante, ha iniziato a portare un tagliente sarcasmo, ostilità—trasformandosi infine in un vero insulto.
Altre parole come “temee” (てめえ) e “onore” (己) hanno iniziato anch’esse come pronomi personali neutrali o persino cortesi, ma all’interno della rigorosa gerarchia della cultura samurai, hanno assunto gradualmente connotazioni sempre più aggressive. Usati nel contesto sbagliato, erano visti come atti di mancanza di rispetto o provocazione diretta.
Una frase singola—se formulata male o pronunciata nel registro sbagliato—poteva essere interpretata come un attacco personale, portando a un duello o, in casi estremi, persino al suicidio rituale (seppuku).
In questo mondo, la lingua diventava un colpo di spada regolato: preciso, pericoloso e assoluto.
Parolacce negli Anime
Cosa ci dice veramente BAKA sulla cultura giapponese?
Se hai mai guardato anime, è probabile che tu abbia sentito almeno una volta la parola “BAKA!” probabilmente urlata, drammaticamente, con braccia agitanti e espressioni esagerate. Ma perché questo è l’insulto preferito negli anime? E perché non sentiamo nulla di più forte?
Nel mondo degli anime, imprecazioni seguono un set di regole proprio. Gli anime e i manga giapponesi raramente utilizzano veri e propri insulti pesanti, e quando lo fanno, è spesso in modo esagerato o umoristico—non qualcosa che sentiresti in confronti quotidiani.
La maggior parte degli anime si adattano a un pubblico ampio—spesso includendo bambini e adolescenti. Ecco perché la “maleducazione” viene espressa più comunemente tramite espressioni facciali, linguaggio del corpo o tono di voce piuttosto che tramite vero vocabolario offensivo.
Parole come:
- “baka” – idiota, stupido
- “urusai” – fastidioso, zitto! (quando detto in modo severo)
- “aho” – variante dialettale del Kansai di baka
sono usate più per amplificare l’emozione e la personalità del personaggio piuttosto che per insultare seriamente qualcuno. Le parolacce negli anime riguardano più il dramma che il danno.
In effetti, gli anime spesso trasformano gli insulti in qualcosa di stilizzato, giocoso—o persino affettuoso. A volte, “BAKA!” non è affatto un attacco… è un linguaggio d’amore. ❤️😅
Vai in Giappone—ma stai attento con il “baka”…
I giapponesi sono gentili, cortesi e incredibilmente premurosi—e probabilmente ti sorrideranno anche se pronuncerai male “arigatou.” Non alzano mai la voce, non spingono, e se inciampi per strada, tre persone potrebbero scusarsi per te. 😅
Il Giappone è speciale non solo per la sua lingua, ma per la sua gente. È un luogo in cui il rispetto non è richiesto—è semplicemente parte della vita di tutti i giorni.
Quindi, se mai ne avrai l’occasione, vai in Giappone. Mangia del ramen, perditi vicino a un piccolo santuario, guarda un gatto portafortuna che saluta in una vetrina—e impara qualche parola con cortesia. Semplicemente… non iniziare con “kisama.” 🙃